Sitemap

I sistemi formali

Togli tutto quello che non serve, soprattutto quello che ti piace (I)

3 min readDec 9, 2020
Fiat 500 L— manuale utente (particolare)

Quando provo ad insegnare il disegno meccanico ai miei studenti di design mi scontro con una formidabile resistenza al formalismo.
Formalismo a me che sono un designer? Formalismo puppatelo tu e la tua cravatta, Io sono un creativo.

Un sistema formale è una cosa in cui un oggetto ha un significato convenzionale e reagisce con altri oggetti consimili secondo una serie di regole stabilite. Queste regole non sono belle o brutte, sono regole. Se si deroga alle regole si esce dal sistema formale. Un sistema formale con cui siamo abituati ad avere a che fare è il linguaggio scritto: alfabeto, ortografia, grammatica, sintassi. Ma fermiamoci all’alfabeto. Grazie a questo sistema formale posso essere ragionevolmente sicuro che se scrivo A sto esprimendo per forma grafica quello che uno che vede il segno A dice leggendo il segno A. A. AA. AAAAAAAAAA. Tonsille a posto, tiri su la maglietta sentiamo le spalle (come vedete: funziona).

Un altro esempio di sistema formale sono i giochi: nei giochi si rispettano le regole, sennò non si può giocare: se non rispetti le regole o non sai giocare o -molto peggio-: imbrogli, sei un baro, con te non gioco più.

Terzo esempio: lancetta piccola sul 3, lancetta grande sul 6: sono le tre e mezza.

Il tempo cronologico viene codificato con spostamenti angolari di lancette su un quadrante e decodificato da chi guarda l’orologio se conosce alcune regolette mnemoniche.
Regole condivise per descrivere univocamente cose inesistenti, nel senso: non concrete. Le tre e mezza non si toccano, la kamchatka non è veramente tua, anche A e tutte queste parole che leggi sono solo nella tua testa. Il disegno meccanico, uguale: linee su un foglio e trasferisci un’idea in modo univoco, pronta per essere costruita. Certo chi riceve il disegno deve saperlo decodificare -ossia lèggere-, anche questo fa parte del gioco (ho detto gioco).
Perché il disegno meccanico debba provocare nel creativo tali sensazioni di indigeribilità boh, dev’essere tipo “ah no io la matematica la odio”, o che su whatsapp scrivi qual’è e dici che è colpa del T9 che intanto è una roba di inizio secolo, ormai il T9.

Sistemi formali che incontrano ampio favore e fregolosa ammirazione sono questi.

In questi diagrammi si rappresentano situazioni reali secondo regole dichiarate inizialmente: a forma corrisponde evento, a colore intensità, a lunghezza qualcos’altro e grazie a queste dichiarazioni convenzionali (formalismi), intere categorie di eventi, storie, cronologie eccetera si codificano in modo grafico, su un foglio, uno schermo, un quadrante: come l’orologio di cui sopra.

Bene, facciamo la prova della decodifica: sapete dire che ora è in questo disegno?

Mi preme di ribadire che queste rappresentazioni, oltre ad essere spesso molto belle a vedersi, sono utili strumenti di sintesi. Trovo il loro limite nell’essere raramente autoesplicative quando -nell’immaginario comune- sono sostitutive di indagine e studio con la scusa che un’immagine vale più di mille parole.
Se mi si concede un caveat, in questa occasione mi spenderei quel motto latino secondo cui rem tene verba sequentur.

--

--

Pensa come un ingegnere
Pensa come un ingegnere

Written by Pensa come un ingegnere

Mechanical Engineer+Teacher+(R&D Advisor). I design: machinery * I deal with: interactive systems * I teach: tech culture. Permutation of terms is allowed.

No responses yet